CARITAS IN VERITATE»

"Etica nell'economia":

l'enciclica del Papa 

Ecco la Caritas in veritate che verrà presentata oggi in Vaticano, alla vigilia del G8 dell’Aquila: 127 pagine, sei capitoli, l’enciclica sociale del terzo millennio. La parola di Benedetto XVI sulla crisi mondiale e su come uscirne: «L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento». Nuove regole, governo della globalizzazione, l’idea che l’economia va fondata sull’uomo.

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IL PROGRAMMA ANDRÀ IN ONDA SULL'EMITTENTE KANAL T: IN PREMIO UN VIAGGIO IN UN LUOGO SANTO

Turchia: via a reality per convertire gli atei

Un prete ortodosso, un imam, un rabbino e un monaco tibetano dovranno provare a cambiare 8 miscredenti

Musulmani in preghiera (Reuters)
Musulmani in preghiera (Reuters)
ISTANBUL (TURCHIA) - Non offrirà né ricchi compensi in denaro né costosi beni materiali, ma un premio che non ha prezzo: la fede in Dio. Il prossimo settembre partirà in Turchia un gameshow che probabilmente farà molto parlare di sé. S'intitola «Tovbekarlar Yarisiyor» (I penitenti gareggiano), sarà trasmesso dall'emittente Kanal T e i protagonisti saranno quattro guide spirituali (un prete ortodosso, un imam, un rabbino e un monaco tibetano) che, chiusi in una stanza con 10 cittadini atei, cercheranno di convertire alla propria religione i «miscredenti». Chi sarà sedotto dalle parole dei religiosi vincerà un viaggio-pellegrinaggio nella patria spirituale della fede che ha deciso di abbracciare: la Mecca per i musulmani, il Tibet per i buddisti e Gerusalemme per cristiani ed ebrei.

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 DA VENTI SECOLI IN QUEL SARCOFAGO VENGONO VENERATI I RESTI DELL'APOSTOLO DELLE GENTI

Sonda nella tomba di S.Paolo:
trovati i resti dell'apostolo

L'annuncio del Papa dopo la ricognizione nel sarcofago sotto l'omonima basilica romana: «Profonda emozione»

 Il sarcofago di San Paolo sul luogo della tomba dell'apostolo nella Basilica di San Paolo fuori le mura in una foto d'archivio (Ansa)
Il sarcofago di San Paolo sul luogo della tomba dell'apostolo nella Basilica di San Paolo fuori le mura in una foto d'archivio (Ansa)
ROMA - Il Papa non ha nascosto la sua «profonda emozione» nel fare un annuncio che rappresenta a suo modo una tappa miliare nella storia della Chiesa: è stata fatta la prima ricognizione, attraverso una sonda, nella tomba di San Paolo, sotto l'omonima basilica romana. Le analisi e i reperti trovati, frammenti d'ossa, grani d'incenso, un lino laminato d'oro, hanno confermato - ha proclamato Ratzinger - la tradizione religiosa di quasi 20 secoli, secondo cui, proprio in quel sarcofago, vengono venerati i resti dell'apostolo delle genti.
 

 

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LA SCOPERTA NELLE CATACOMBE DI SANTA TECLA SULLA VIA OSTIENSE

L'icona più antica di San Paolo

Dipinto del IV secolo, ritrovato grazie al laser. L'apostolo ritratto con volto magro e la barba lunga

Il volto di San Paolo nell'icona trovata a Santa Tecla
Il volto di San Paolo nell'icona trovata a Santa Tecla
CITTA' DEL VATICANO — Il raggio di un laser, la patina calcarea di sedici secoli che si sfalda, ed ecco il volto di San Paolo: l'ovale magro, gli occhi grandi e profondi, la calvizie incipiente, la fronte ampia solcata da rughe di riflessione, la barba lunga a punta, insomma l'Apostolo raffigurato con i tratti tipici del pensatore e in particolare di Plotino, filosofo di riferimento della tarda antichità.

 

Appena l'hanno visto, i restauratori che lavorano da un anno nelle catacombe romane di Santa Tecla sono rimasti senza fiato: quando fu affrescato, alla fine del IV secolo, Agostino non aveva ancora scritto Le Confessioni, quell'immagine di San Paolo riservata al culto «è la più antica icona dell'apostolo finora conosciuta». La scoperta è stata annunciata sabato dall'Osservatore romano (al ritrovamento «sensazionale» il quotidiano diretto da Giovanni Maria Vian ha dedicato due pagine) e risale a pochi giorni fa, il 19 giugno. «Un evento straordinario che suggella in modo inatteso e sorprendente» la conclusione dell'anno giubilare dedicato a San Paolo, commenta l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, «ministro» della Cultura vaticano e presidente della Pontifica commissione di archeologia sacra.

Dal Corriere della Sera, 28 giugno 2009

 

 

L'IDEA È STATA APPROVATA DALL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI MOSCA

Un adesivo rende inoffensivo il cellulare?

In Russia la Chiesa ortodossa vende etichette di shungite, un materiale capace di attrarre le onde elettromagnetiche

 

Un adesivo per il cellulare in vendita in Russia
Un adesivo per il cellulare in vendita in Russia
MOSCA - Da tempo si dibatte la questione se i cellulari siano inoffensivi o pericolosi per la salute. Qualche scienziato ha addirittura proposto di mettere sui telefonini l'avvertenza «nuoce gravemente alla salute», come sui pacchetti di sigarette.

 

ADESIVI - Anche la Chiesa ortodossa russa è dell'opinione che i telefonini emanino onde elettromagnetiche rischiose per gli utenti. Quindi è corsa ai ripari, mettendo in vendita, con successo, una serie di adesivi da applicare al cellulare. Rappresentano chiese e monasteri, per esempio la cattedrale di Cristo Salvatore, la chiesa più grande del Paese che si vede da qualsiasi punto di Mosca. In un altro si vede il monastero della Santa Trinità, costruito nel 1337 a 70 km dalla capitale russa. Gli adesivi sono in vendita al prezzo di 170 rubli, circa cinque euro, e sono stati approvati dall'Accademia russa delle scienze. Il motivo? Sono fatti di shungite, un minerale che si trova solo vicino al lago Onega, in Carelia.

MATERIALE - La shungite è formata da carbonio, grafite e antracite. La sua composizione è unica per struttura e proprietà. Scoperta da pochi anni, si è rivelata una potente barriera contro le onde elettromagnetiche emesse da televisori, computer, telefonini e altri apparecchi elettronici. Una volta tanto religione e scienza (almeno in Russia) vanno a braccetto.

Viene da chiedersi, tra le tante, una domanda abbastanza semplice. Ma se la shungite blocca veramente le onde elettromagnetiche, come fa a funzionare il telefonino così schermato? Misteri della Chiesa ortodossa russa.

 

Corriere della Sera, 26 giugno 2009

L'INIZITIVA DELLA OPEN EPISCOPAL CHURCH, UNA CHIESA BRITANNICA INDIPENDENTE

Londra, l'ostia arriva via posta

Il servizio per malati o anziani. Le spese di spedizione a carico dei fedeli-destinatari

Una immagine dal sito della Open Episcopal Church
Una immagine dal sito della Open Episcopal Church
LONDRA - Il "corpo di Cristo" arriva via posta. Ai tradizionalisti apparirà un’eresia, mentre i più cinici la considereranno solo una pessima trovata pubblicitaria. Ciò che è certo è che i fedeli dell'Open Episcopal Church, una chiesa indipendente britannica, che si dichiara cattolica pur non riconoscendo l'autorità del Papa, ha ideato un nuovo metodo per offrire l'eucarestia ai propri fedeli: la spedizione per corrispondenza. Il servizio, lanciato con lo slogan "host in the post" e ideato soprattutto per i malati e per le persone molto anziane, permetterà ai seguaci di questa confessione religiosa di ricevere la comunione ogni domenica a casa senza dover andare a messa. Tuttavia il vero scopo dell'iniziativa è avvicinare tutte quelle persone che non frequentano i luoghi religiosi, ma nell'animo si sentono cristiani.

SPESE POSTALI - L'Open Episcopal Church, che sul suo sito ufficiale dichiara di accogliere nel suo seno anche i «divorziati, gli omosessuali, i drogati e i ladri, persone alle quali probabilmente la Chiesa di Roma rifiuterebbe la comunione», sostiene che le ostie consacrate saranno spedite gratuitamente. I fedeli che vorranno beneficiare del servizio dovranno pagare solo le spese postali: due sterline per ricevere una singola ostia ogni domenica, mentre se si vorrà avere il pacco con 500 ostie consacrate bisognerà sborsare 10 sterline. Il reverendo Jonathan Blake, che lo scorso febbraio ha celebrato il matrimonio di Jade Goody, l'ex concorrente del Big Brother inglese morta poche settimane dopo per un tumore al collo dell’utero, crede molto nel progetto. Egli afferma che quest'iniziativa può realmente aiutare tutti coloro che hanno fede in Dio: «Ci sono tante persone che non frequentano più la Chiesa, ma si considerano cristiani impegnati» dichiara senza mezzi termini il reverendo.

SCOPI E IRONIA – Secondo i membri della confessione religiosa "host in the post" dimostrerà ancora una volta quanto un'azione modernizzatrice possa far bene alla religione cattolica. Inoltre il reverendo Blake ci tiene a sottolineare che nessuna categoria di persone sarà esclusa dall'iniziativa. Se lo volessero - dichiarano i capi dell'organizzazione - anche i satanisti potrebbero ricevere via posta «il corpo di Cristo»: «Gesù ci ha insegnato a non fare distinzioni» conferma il reverendo Blake. «Egli si offriva a chiunque. Non fa differenza chi ci chiede le ostie consacrate. Il Corpo di Cristo è il redentore». Secondo l'organizzazione religiosa le ostie che saranno spedite ai fedeli non supereranno lo spessore di un millimetro. Ciò garantirà la loro integrità al momento della consegna. Per adesso non è arrivato nessun commento dalla Chiesa Anglicana, che come sempre si attiene al principio di non interferire negli affari delle altre confessioni religiose. Su Internet invece è già nato un sito che fa la parodia dell'iniziativa: «Preti, vicari e padri» si legge su www.hostinthepost.co.uk. «Iscrivetevi a questo sito e da oggi in poi tutte le domeniche potrete restare nel letto come il resto della popolazione».

Francesco Tortora

09 giugno 2009 

LA STORIA DI OSEL, CHE OGGI HA 24 ANNI, RACCONTATA A "EL MUINDO"

Piccolo Buddha, diventa grande, 
lascia la tonica e torna in Spagna

Riconosciuto come reincarnazione del Lama Yeshe, dopo 12 anni di vita monacale in Cina ha mollato tutto

Osel (El Mundo)
Osel (El Mundo)
ROMA - Non ha retto alla dura disciplina monacale e, una volta diventato adulto, anziché diventare maestro spirituale dei buddisti tibetani ha scelto di tornare nel suo Paese di origine, la Spagna, dove ora studia cinema, e si dichiara perfino agnostico. Osel, il bambino spagnolo che a soli 14 mesi, nel maggio del 1986, venne riconosciuto dal Lama Zopa come la reincarnazione del venerabile Lama Yeshe, dopo 12 anni trascorsi in monastero è andato a vivere a Madrid e al quotidiano "El Mundo" descrive la sua infanzia come «piena di sofferenze».

 

VIA LA TUNICA - Quando è diventato un ragazzo ha detto basta, si è tolto la tunica granata e lo scialle giallo ed ha deciso di vivere la sua vita nel mondo facendo perdere le sue tracce. Fino ad oggi, quando ha deciso di raccontare la sua storia al quotidiano spagnolo. «A 14 mesi già mi avevano riconosciuto e portato in India. Mi misero una tunica gialla e mi fecero sedere su un trono. La gente mi venerava... Mi tolsero alla mia famiglia e mi portarono in una situazione medievale nella quale ho sofferto moltissimo. Era come vivere in una bugia», racconta Osel Hita Torres che, a 24 anni, ha deciso di «riprendere il controllo» della sua vita.


31 maggio 2009